Gli enti collettivi comunque coinvolti nella gestione, commercio e tutela dei beni culturali dovranno predisporre sistemi di compliance che prevedano ad esempio il tracciamento dell’origine degli oggetti d’arte e della catena proprietaria; la registrazione (e regolare aggiornamento) presso archivi elettronici istituiti (o implementati) appositamente, di tutti i dati relativi ai beni culturali di cui sono in possesso; l’introduzione, ove non già presenti, di sistemi (informatici, per migliorare la tracciabilità) di licenze per l’esportazione e l’importazione di beni culturali; l’adozione di registri (sempre informatici) delle transazioni commerciali riguardanti opere d’arte e di antiquariato; il monitoraggio delle compravendite di questi beni su internet, possibilmente con il coinvolgimento e la responsabilizzazione dei gestori delle piattaforme potenzialmente utilizzate a questo fine, oltre a un sistema di segnalazione presso le autorità competenti di eventuali attività sospette.