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Cy Twombly e Roma: il dono del gesto, la memoria del futuro
Cy Twombly e Roma: il dono del gesto, la memoria del futuro
Non solo una donazione, ma una dichiarazione d’amore.
La Cy Twombly Foundation ha compiuto un gesto raro per profondità e portata: ha donato alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma (GNAMC) dodici opere dal valore di quasi 40 milioni di dollari, cui si aggiungono 3 milioni di dollari destinati alla formazione, al restauro e alla ricerca. Un’operazione che rafforza il legame tra l’artista americano e la città di Roma, dove Twombly visse per oltre cinquant’anni, trovando nella stratificazione storica e nella luce mediterranea la sua personale Atlantide creativa.
Tra i capolavori donati – undici di Cy Twombly, realizzati tra il 1957 e il 1963, e un pastello di Pablo Picasso, Nu Debout (1906), raro esempio del suo periodo rosa.
Tra i capolavori di Twombly spicca la tela Untitled (1959–1961): una danza tra olio, cera e matita, in cui il segno si fa emozione, una scrittura intima sospesa tra gesto e silenzio. Questi lavori costituiranno il nucleo di una sala permanente dedicata a Twombly, in fase di allestimento alla GNAMC, come testimonianza visiva e spirituale della sua eredità.
L’elemento chiave: l’investimento nella memoria viva
Ma il vero cuore simbolico di questa donazione va cercato non solo nelle opere, ma in ciò che queste opere generano: conoscenza, cura, futuro. È questo l’elemento su cui insistere.
La Cy Twombly Foundation, infatti, ha scelto di trasformare la memoria in azione concreta, investendo 1.475.000 dollari per il restauro del laboratorio tecnico-scientifico del museo – che sarà intitolato all’artista – e altri 1.475.000 dollari per l’istituzione di un master di alta specializzazione in restauro delle opere su carta, in collaborazione con un ente accreditato dal Ministero dell’Istruzione. Il master sarà attivo per almeno quindici anni, con borse di studio, tirocini e un evento annuale.
Si tratta non solo di valorizzare un patrimonio, ma di formare nuove generazioni di restauratori, assicurando continuità alla cura delle opere fragili e rendendo la GNAMC un centro europeo di riferimento per la conservazione dell’arte contemporanea su carta.
Roma come laboratorio del mito
Twombly, nato in Virginia nel 1928, trovò a Roma un’eco ideale per la sua sensibilità artistica. Dopo un viaggio rivelatore in Europa e Nord Africa nel 1952, si stabilì nella capitale nel 1957. Non fu una scelta temporanea: Roma divenne il suo orizzonte poetico e il suo paesaggio interiore. Espose per la prima volta nel 1958 alla Galleria La Tartaruga di Plinio De Martiis, e da allora creò opere che hanno tradotto il mito greco e la poesia latina in una grammatica pittorica nuova, fatta di ritmi, cancellature, intermittenze e luce.
Nei suoi quadri – da Olympia ad Arcadia, da Blue Room a Sunset – Roma non è sfondo, ma sorgente: una città da attraversare come un poema visivo, da riscrivere a frammenti.
Una firma incisa nella città
L’accordo, siglato l’11 giugno 2025 tra la direttrice Renata Cristina Mazzantini e il presidente della Cy Twombly Foundation Nicola Del Roscio, sarà reso pienamente operativo nei prossimi mesi. Una conferenza stampa a fine estate illustrerà nel dettaglio i programmi futuri, ma ciò che è già evidente è che Twombly non è solo presente nella collezione, ma vive nella struttura stessa della Galleria: nelle opere, nel laboratorio, nei percorsi formativi che porteranno il suo nome.
Un segno duraturo, che conferma come la grande arte non appartenga al passato, ma sappia seminare futuro.
Fonte: articolo di Canale Cultura