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La lunga onda-Silicon Valley Bank sul sistema dell’arte

La lunga onda-Silicon Valley Bank sul sistema dell’arte

Nella settimana successiva al collasso della Silicon Valley Bank (SVB) del 10 marzo scorso si iniziano a contare i feriti anche tra le schiere dei maggiori “player” del mercato dell’arte degli Stati Uniti. Dai Social Impact Reports delle banche fallite sembra che molte tra startup, istituzioni culturali e musei statunitensi soffriranno ricadute a livello di sponsor e contributi filantropici. Nel caso dei musei, con questa improvvisa mancanza di liquidità, si dovranno spremere gli endowment, i tesoretti dei musei, già provati dal Covid, o ricorrere alla “deaccession” e conseguente vendita delle opere nelle collezioni permanenti.

La SVB, banca regionale con sede a Santa Clara, California, è stata ‘chiusa’ dalla Federal deposit insurance corp, l’autorità di regolamentazione della California dopo che i depositi erano stati prosciugati e la banca era diventata insolvente. SVB, come è noto, era specializzata nel finanziamento di “venture capital-backed startup” ossia nel supportare lo sviluppo di società di nuova formazione con progetti di business ad alto contenuto tecnologico, altamente “scalabile”, come, appunto, le tech startup che popolano la Silicon Valley. Il business del venture capital è ciclico e varia da 3 a 10 anni. Dopo la costituzione del fondo, la raccolta di capitali, la selezione degli investimenti, il closing delle operazioni di finanziamento delle singole portfolio companies, è prevista assistenza all’imprenditore e la liquidazione dell’investimento che è strumentale alla restituzione agli investitori dei capitali precedentemente apportati maggiorati di un ritorno del 25-35% annuo, nella speranza che la gestione del processo induca questi ultimi ad investire nuovamente in un nuovo fondo. Durante la pandemia, la SVB aveva visto aumentare i depositi da 60 miliardi di dollari del 2019 a 198 solo nel primo trimestre del 2020 diventando, in pochissimo tempo, la sedicesima banca più grande degli Stati Uniti. Per soddisfare clienti sempre più esigenti, dal 2020, SVB aveva attivato un servizio di art-secured lending per High Net Worth Individuals (HNWIs) – collezionisti di arte, vino e automobili – e galleristi cercando di incentivare un mercato meno entusiasta rispetto a quello newyorkese. Tra l’altro, che il mercato dell’arte contemporanea della West Coast necessitasse di un boost l’aveva capito Gagosian già nel maggio 2021 quando aveva chiuso il suo branch di San Francisco. Tuttavia per altri galleristi, come Zwirner e Lisson, Los Angeles continua ad essere una meta vivace per nuovi spazi.

Fonte articolo: Giuditta Giardini – IlSole24ore