Il Labirinto di Arnaldo Pomodoro riapre al pubblico News Il Labirinto di Arnaldo Pomodoro riapre al pubblico Il Labirinto di Arnaldo Pomodoro riapre al pubblico Redazione2025-04-05T09:25:57+01:00 Post correlati Marino Marini, l’uomo e la forma. Arezzo celebra un maestro del Novecento Galleria Marino Marini, l’uomo e la forma. Arezzo celebra un maestro del Novecento Luglio 8th, 2025 Tracce di Momenti: tre generazioni, una collezione Galleria Tracce di Momenti: tre generazioni, una collezione Luglio 1st, 2025 Cy Twombly e Roma: il dono del gesto, la memoria del futuro Galleria Cy Twombly e Roma: il dono del gesto, la memoria del futuro Giugno 26th, 2025 L’Iva al 5% sulle opere d’arte è solo l’inizio. Ora anagrafe digitale, notifica, libera circolazione Galleria L’Iva al 5% sulle opere d’arte è solo l’inizio. Ora anagrafe digitale, notifica, libera circolazione Giugno 24th, 2025
La grande opera non è un semplice dedalo: è un luogo unico che sovverte l’idea tradizionale di labirinto, privo di visioni verdeggianti e avvolto nell’oscurità dei sotterranei. L’opera, ispirata all’Epopea di Gilgamesh, il primo grande poema allegorico della storia umana (2000 a.C. circa), conduce il visitatore in un viaggio tra mito e memoria, alla scoperta delle radici dell’esperienza umana.
Le superfici scolpite del Labirinto richiamano antiche civiltà, con segni arcaici, cunei e trafitture che evocano una lingua perduta e dimenticata, ma che trasmette un senso di misteriosa familiarità.
“Ho sempre subito un grande fascino per i segni, soprattutto quelli arcaici”, spiegava Pomodoro al critico Sandro Parmiggiani, “le impronte che scavo nella materia artistica, i cunei, i fili e gli strappi, mi vengono inizialmente da certe civiltà arcaiche”.
L’opera, oltre a evocare culture lontane e tempi remoti, offre uno spaccato intimo del processo creativo e introspettivo di Pomodoro. È un’esperienza che fonde elementi autobiografici e tappe fondamentali del percorso artistico del Maestro, mostrando la continua trasformazione e rielaborazione di sculture conosciute e la nascita di nuove forme in divenire.
Il labirinto è una sintesi perfetta del percorso creativo di Arnaldo Pomodoro, il quale, nato nel Montefeltro nel 1926 e trasferitosi a Milano nel 1954, ha sviluppato negli anni una scrittura scultorea unica. Dalle sue prime opere degli anni Cinquanta, caratterizzate da altorilievi enigmatici, alla maestosa installazione del Labirinto, l’artista ha costantemente dialogato con la materia e la storia, traducendo simboli arcaici in un linguaggio contemporaneo.
In continuità con la partnership tra FENDI e Fondazione Arnaldo Pomodoro, la sede ospita, oltre all’opera ambientale Ingresso nel Labirinto, anche due opere-costume realizzate dall’artista e oggi esposte nell’atrio Solari 35: Costume di Didone (per Dido, Queen of Carthage di Christopher Marlowe, messa in scena a Gibellina nel 1986) e Costume di Creonte (per Oedipus Rex di Igor Stravinsky, messa in scena a Siena nel 1988).
La visita al Labirinto, della durata di circa 45 minuti, è un’esperienza immersiva che permette di esplorare non solo l’immaginario e la poetica di Pomodoro, ma anche le modalità, concettuali e concrete, con cui l’artista realizza le sue opere. Un luogo dove spazio, mito e arte si fondono in un’esperienza unica e senza tempo.
Labirinto Arnaldo Pomodoro ph.Andre`s Juan Suarez Courtesy of Fondazione Arnaldo Pomodoro
Costumi Arnaldo Pomodoro ph.Andre`s Juan Suarez Courtesy of Fondazione Arnaldo Pomodoro
Labirinto Arnaldo Pomodoro ph.Andre`s Juan Suarez Courtesy of Fondazione Arnaldo Pomodoro
Labirinto Arnaldo Pomodoro ph.Andre`s Juan Suarez Courtesy of Fondazione Arnaldo Pomodoro
Labirinto Arnaldo Pomodoro ph.Andre`s Juan Suarez Courtesy of Fondazione Arnaldo Pomodoro
Fonte: articolo di Cecilia Di Marzo – Archiportale