Artex, la Borsa valori per l’arte, inizierà le quotazioni a settembre

Artex, la Borsa valori per l’arte, inizierà le quotazioni a settembre

 

Era il 1963 e Francis Bacon stava ritraendo il suo amante George Dyer, un ladro londinese di cui si era invaghito. Ecco, se in quell’esatto momento fosse arrivato qualcuno a dire a Bacon che proprio quella tela, su cui stava disegnando i primi tratti, sarebbe entrata nella storia, forse non ci avrebbe creduto. A distanza di sessant’anni dalla sua realizzazione, “Three Studies for a Portrait of George Dyer”, sarà la prima opera nel mondo ad essere quotata in borsa. E in particolare sarà piazzata su Artex Mtf, il primo mercato azionario dedicato all’arte, regolamentato dall’autorità del Liechtenstein.

Oggi i quadri di Bacon sono tra i più costosi e ricercati: il trittico che sta per essere lanciato sul mercato è stato venduto all’asta nel 2017 per 52 milioni di dollari e in autunno sarà offerto agli investitori con una valutazione a partire da 55 milioni di dollari. Ad occuparsi della quotazione sarà Art Share 002 S.a, una srl di Lussemburgo, che avrà il compito di emettere dei titoli propri che verranno venduti sul mercato. La proprietà dell’opera verrà suddivisa in unità più piccole, ovvero in delle azioni dal valore nominale iniziale di 100 dollari: saranno emesse in totale 385 mila azioni, pari al 70% del valore del trittico, e potranno poi essere acquistate, vendute o scambiate, anche su altri mercati. E dopo Bacon, in programma c’è già un’opera di Van Gogh che aspetta di finire in borsa.

Che cos’è Artex?

Artex è una società fondata nel 2020 dall’ex banchiere Yassir Benjelloun-Touimi con il principe Venceslao del Liechtenstein punta a quotare in borsa 1 miliardo di dollari in arte nei prossimi mesi. Dopo Bacon, infatti, verranno spinti sul mercato anche altri manufatti artistici, dal valore superiore ai 50 milioni di dollari. Per ogni opera quotata sul listino sarà costituita una società di progetto con un proprio team, indipendente da Artex, che passerà ogni anno sotto la lente di un revisore. L’obiettivo dei fondatori della nuova borsa valori dell’arte è attirare soprattutto investitori privati, ma anche aprirsi ai fondi che già investono in oro e ora potrebbero puntare anche sulle opere d’arte. Tra i consiglieri d’Artex c’è anche un nome d’eccezione: Diana Widmaier Picasso, la nipote del famoso Picasso.

Perché investire in un’opera d’arte?

L’obiettivo dichiarato da Artex non è ovviamente solo quello di generare business attraverso l’arte, esattamente come si fa con l’oro, ma anche quello di cercare di democratizzare le opportunità business in quadri e sculture, dando a chiunque la possibilità di investire anche solo 100 dollari. Fino ad oggi il mercato artistico è sempre stato appannaggio di una certa élite, quella delle grandi collezioni e delle aste per milioni di euro in contesti dove al massimo entrano poco più che un centinaio di persone. Con Artex, invece, si punterebbe ad aprire le porte di una potenziale miniera d’oro a più persone. “La gente cerca alternative a obbligazioni e azioni durante i periodi di inflazione – spiega a Bloomberg l’ad di Artex Yassir Benjelloun-Touimi -. L’arte come alternativa può preservare il potere di acquisto dei risparmi”. Per ora entro l’anno, Artex punta a portare altre quattro opere sul mercato azionario per poi riuscire in futuro a quotare uno o due manufatti artistici al mese. Il pubblico che potrà accedere alla compravendita di azioni potrà farlo solo attraverso banche e broker.