L’opera di Ewa Juszkiewicz contro i canoni tradizionali della bellezza

FONDAZIONE MAPFRE DI MADRID

La pittura di Giorgio Morandi

Sembrano ritratti femminili del XVIII e XIX secolo: giovani donne alla finestra, o su un sofà, con le mani elegantemente appoggiate in grembo, il corpo avvolto nei vestiti d’epoca. Ma qualcosa non va: non appena lo sguardo dello spettatore sale dai piedi al volto, emerge chiaro ciò che rende questa serie diversa da ogni collezione storica. Non ci sono i volti: nascosti da chili di drappeggi arrotolati, da piante, insetti o nodi di capelli lucenti, i visi delle dame ritratte impediscono di confermare l’idea di bellezza anticipata dal resto del corpo. Proprio per questo l’artista polacca Ewa Juszkiewicz (Danzica, 1984) li crea da quasi dieci anni, e per la prima volta li espone alla Galleria Gagosian di New York, nello spazio Park & 75, dove saranno visibili fino al 4 gennaio nella personale In vain her feet in sparkling laces glow (da un verso della poetessa inglese Mary Leapor).

RITRATTISTICA CLASSICA SOLO IN APPARENZA

È studiando i ritratti classici, e la loro evoluzione, che Juszkiewicz ha elaborato la sua visione: “Mentre li guardavo sentivo una sorta di dissonanza nella mia percezione: mi attraevano, per l’abilità con cui erano stati realizzati, ma mi rendevo conto che la bellezza femminile veniva sempre canonizzata secondo la visione del periodo storico”. Così tutti i dipinti che ritraggono giovani donne del XVIII e XIX secolo, soprattutto fiamminghi, si somigliano tra loro, per i gesti e le espressioni, facendo scomparire le donne dietro pose canoniche che non lasciano spazio alla loro personalità. “Ho sviluppato un bisogno di dialogo con queste opere”, ha aggiunto la pittrice.

I RITRATTI DI EWA JUSZKIEWICZ

I ritratti puntano a contestare un ideale di bellezza femminile “imposto” dalla società del tempo, rivitalizzando la ripetitività delle opere con una distorsione a tratti inquietante. Giustapposizioni di elementi apparentemente incompatibili, come una donna vestita di tutto punto e un ciuffo di fiori che le esce dal colletto, contestano quegli ideali ravvisati dalla pittrice di base a Varsavia. I metri di tessuto avvolti intorno alle teste danno un senso di soffocamento grottesco e surreale, associando elementi tradizionali con quelli sensoriali: alla messa in dubbio del modello originale si aggiunge così lo scopo di liberare la vitalità delle donne intrappolata per secoli, dandole espressione.

LA PERSONALE DI EWA JUSZKIEWICZ A NEW YORK

I dipinti alla Gagosian Park & 75 sono stati preparati parafrasando opere di Élisabeth Vigée Le Brun, Jan Adam Kruseman, Joseph Karl Stieler e Adolf Ulrik Wertmüller. Le opere, lasciate senza titolo, sono quasi copie degli originali: solo alla fine vengono stravolte dall’assurdo. Colori e tagli, implementati in modo innovativo soprattutto nelle opere più recenti, sono anche mutuati dalla moda contemporanea. “Il mondo della moda mi attrae quando contesta i canoni stereotipici di bellezza, e mostra la figura femminile in modi innovativi”, ha sottolineato Juskiewicz.

articolo di Giulia Giaume

 

New York // fino al 4 gennaio 2021

Ewa Juszkiewicz – In vain her feet in sparkling laces glow

GAGOSIAN PARK & 75

821 Park Avenue

https://gagosian.com