Da dove comincio? Se e’ falso? Se me lo rubano?

I timori di quando si compra arte contemporanea

DA DOVE COMINCIO? SE E’ FALSO? SE ME LO RUBANO?

I timori di quando si compra arte contemporanea

Una riflessione, senza peli sulla lingua, di Deodato Arte sui timori di chi si avvicina al mondo delle aste e delle gallerie d’arte.

Voglio condividere con te alcuni timori abituali di chi guarda da fuori il mondo dell’arte contemporanea; a noi capita spesso di vendere la loro prima opera d’arte ai nostri clienti, questo ci permette di capire quali siano state le resistenze a comprare arte prima di entrare alla Deodato Arte, dalle risposte ho tratto una sintesi, tutto materiale che voglio condividere con te, così potrai vedere se ti ci riconosci o meno!

Non so da dove cominciare

Per quanto riguarda quasi tutti i settori siamo circondati da esperti, se chiedi ai parenti, colleghi ed amici quale automobile comprare, o che tipo di legno è bene che abbia la credenza della cucina, o ancora quali debbano essere le migliori qualità per il cristallo della doccia, stai certo di ricevere molti pareri autorevoli. In pratica ogni acquisto di cui abbiamo bisogno è sorretto da una foresta di informazioni molto ampia, la stessa cosa purtroppo non si può ancora dire per quanto concerne l’arte contemporanea, se chiedi a chi ti circonda avrai poco supporto e poche esperienze su cui puoi contare. (Chi è nella foto? Romero Britto)

Quindi il primo di timore è “non so da dove cominciare”, che provoca una enorme frustrazione. Tale frustrazione è talmente elevata che di norma vi è un totale occultamento della questione, lasciando totalmente al caso la gestione del latente desiderio di esprimersi, arredare ed emozionarsi attraverso la scelta di opere d’arte.

E’ assolutamente normale trovare case stupende, curate da bravissimi committenti ed architetti, con un livello di rifinitura altissimo, ma totalmente lasciate al caso dal punto di vista della scelta di opere d’arte. La gran parte di questa responsabilità è data dal “non so da dove cominciare”. Il mio compito è dirti intanto che è normale in questo settore non sapere da dove cominciare.

Questo è il motivo per cui la Deodato Arte ha deciso che vuole essere un punto di ingresso da dove si può scegliere di cominciare, come abbiamo ottenuto questo? Beh, attraverso molti fattori, tra cui la scelta di personale preparato e disponibile, con la scelta di opere di artisti importanti, anzi importantissimi, ma che abbiano anche opere molto accessibili, a partire anche da 100 euro, infine creando una offerta sufficientemente ampia da includere più filoni dell’arte contemporanea internazionale, dalla urban art, alla scultura, al pop ed ai grandi maestri.

Le gallerie non fanno capire nulla o non sono sincere

Nelle gallerie d’arte contemporanea di norma non si capisce niente, non si capisce da dove cominciare (nonostante dovrebbero essere lì apposta per rispondere a questa domanda), i segnali di repulsione sono tantissimi, al punto che ci si convince che è meglio starne alla larga. Non immaginate quanti clienti mi abbiano confessato il loro timore di entrare in una galleria d’arte, anzi se si è a passeggio con un amico che vuole entrare, spesso ci si organizza per fare in modo che entri solo, il livello di imbarazzo è talmente alto che neppure da accompagnatore si gradisce entrare in galleria. Ma perché? Cosa risponderebbe Andy Warhol?

Cosa fanno le gallerie d’arte per tenere alla larga i potenziali clienti? Vediamo di capire. Intanto gli orari di apertura, le gallerie spesso sono aperte poche ore al giorno e chiuse il sabato. Se in una vetrina vedo scritto “mar-ven ore 16.00-19.00 o su appuntamento” mi viene subito in mente il medico, il notaio o l’avvocato, posti da cui non si va proprio per passare il tempo libero ma piuttosto per risolvere problemi cocenti. Il nostro inconscio ci comunica che se devo prendere un appuntamento meglio lasciare stare, anche per evitare di far perdere tempo o essere ammorbati.

Poi gli ambienti sono organizzati in modo da non poter essere non notati, stanze vuote, asettiche, silenziose, blindate, e con personale sempre indaffarato al computer che fa presagire che è meglio non disturbare, anche solo suonando il campanello (maledetto campanello). Alla apertura della mia prima galleria mi accorsi che il momento in cui entra più gente è quando si allestisce, ove ci sono scale, scatoloni ed opere messe giù alla rinfusa e diverso personale va e viene con scale e trapani. Di norma le gallerie oscurano le vetrine in questi momenti, io non l’ho mai fatto e ho notato come la confusione abbassa di molto la resistenza ad entrare, all’inizio non ci potevo credere.

La gente non entra in un posto vuoto, o dove durante il giorno entrano pochissime persone, per la paura di essere ammorbate, appena si genera confusione, anche solo per allestire, si abbassa la soglia della paura.

Nelle gallerie non è spiegato nulla. Tutto l’ambiente è organizzato per fare in modo che tu non possa fare domande, così non ti verrà facile dire che hai anche un problema di arredamento, ad esempio, o che non conosci l’artista esposto, o che magari non conosci neppure alcuno di quelli esposti precedentemente, o che hai un budget fissato. In generale tutto sembra organizzato per parlare solo a chi già sa, è come le banche che prestano i soldi solo a chi li ha, questo appare incomprensibile ad una mente logica.

Se hai una esigenza specifica (emotiva o di arredo) ed un budget, potrebbe venire da chiederti:”perché mi tengono alla larga?”; la risposta inconscia che ne può scaturire sarà:”perché non sono sinceri ed hanno qualcosa da nascondere”. Personalmente non credo che i galleristi abbiano cose da nascondere, credo semplicemente vi sia un modus operandi che si trascina da alcune generazioni.

Dovete capire che un gallerista medio, quando si alza la mattina, non ha come obiettivo di prendere un cliente in più, ma piuttosto di fare bella figura con gli altri galleristi, coi critici e coi curatori!

Molte gallerie di oggi sono gestite dai figli dei galleristi di 40 anni fa, dopo 40 anni è difficile cambiare le cose, soprattutto se fino ad oggi hanno funzionato, questo è il motivo per cui le gallerie sono “chiuse”, sono chiuse perché una volta vi era una fortissima necessità di questi luoghi, ove la borghesia poteva auto celebrarsi, ma oggi non è più così, grazie al cielo viviamo in una realtà più emancipata, anzi risulta meno emancipato proprio chi continua ad arroccarsi su vecchi schemi fuori moda.

Mi ci sono voluti anni per capire come molti galleristi stiano lavorando in modo totalmente illogico, ho dovuto conoscerli per capire che il loro marketing non prende le mosse da ciò che oggi il mercato davvero necessita, ma piuttosto dalla tradizione. Quando si guida guardando lo specchietto retrovisore, si sa, non si va molto lontano.

I prezzi non ci sono!

Certe volte i galleristi sono la classe meno avvezza al marketing che esista. Se vendi qualcosa la prima cosa che devi far capire ad uno che speri diventi il tuo cliente è il costo, questo lo capirebbe anche un canguro, ma il gallerista medio non lo capisce, è più forte di lui. I prezzi non sono esposti.

Quando uno valuta di comprare qualcosa la prima cosa che vuole sapere è se se lo può permettere o no, perché i prezzi non sono esposti? Mistero della fede, una volta seguii un corso di tre giorni incentrato sulla questione teologica se l’ostia che danno a messa è o solo rappresenta il corpo di Cristo, penso che per capire perché i galleristi non mettano i prezzi serva una analisi più approfondita di quella sull’ostia. Ovvio che quello che viene da pensare è che non siano esposti perché c’è qualche trucco sotto, noi italiani siamo così del resto:”se non sei chiaro significa che mi vuoi fregare”.

Chi non espone i prezzi dimostra poca sensibilità e, contrariamente a quanto dicono nel settore, poca eleganza. Conta di più quel che è o quel che appare? Il prezzare l’arte appare come sminuirla? Allora regalala, ma è piuttosto grottesco non esporre il prezzo quando il prezzo c’è eccome!

La scelta di Deodato Arte è di mettere i prezzi esposti, sempre, sia in galleria sia sul sito, basta pigiare “mostra prezzo”!

Mi fanno sentire ignorante

Pochi negozi cercano di metterti in difficoltà come le gallerie d’arte e le concessionarie di automobili. In entrambi questi settori il venditore sembra abbia studiato le migliori tecniche per mettere a disagio il potenziale cliente. Provate a chiedere ad concessionario Audi che modelli ha a disposizione il suo “negozio”, vi prenderà per scemi, oppure provate semplicemente a dirgli che volete un’auto adeguata a fare determinate cose, o ancora chiedetegli di provare l’auto, se non siete già clienti o non vi siete adeguatamente presentati vi prenderà per dei perditempo.

Ecco in galleria spesso è lo stesso, una delle prime domande che alcuni galleristi vi potrebbero porre è “lei che opere colleziona”, per prendervi un poco le misure e capire se possono piazzare qualcosa di buono o no. Ma entrambi queste imprese, le gallerie e le concessionarie, non capiscono che le persone che potrebbero acquistare un loro bene senza neppure conoscerlo, sono molte di più di quelle che conoscono tutti i dettagli del bene.

Purtroppo molte gallerie esagerano davvero, c’è da mettersi le mani nei capelli. Va bene non mettere il prezzo, va bene non scrivere nulla, ma addirittura non mettere i nomi degli artisti è davvero esagerato. Chiunque non abbia mai comprato arte e che decida di entrare in una galleria per comprare un quadro, rischia, quando esce, di doversi fare un corso di autostima di Antony Robins. Io vorrei vedere un gallerista che va al supermercato a comprare i pelati e si trova una serie di boccette rosse senza etichetta…mo capiscila tu la marca dei pelati! Idem coi cracker, il vino, tutto senza marca, ed ovviamente senza prezzo, questo si meriterebbero!

Allora il problema non sei tu, il problema è che mediamente il gallerista non ha studiato marketing e fa a braccio di ferro a chi è nato più imparato.

Deodato Arte è tra quelle gallerie che ha scelto una strada diversa, ovvero quella della accessibilità culturale e della fruibilità, la prima domanda che ti sarà posta è “cosa ti emoziona” e non “cosa collezioni”.

E se le opere risultano false?

Il timore di acquistare un’opera falsa è talmente radicato nel pensiero comune tanto da diventare mito; il timore di prendere fregature spesso immobilizza dal prendere qualunque decisione i merito.

Questo è uno dei timori più forti ma sappi che non potrai essere totalmente immune da questo problema, tranne quando l’artista è in vita, in quanto potrai sempre contattarlo e chiedergli se l’opera è autentica, tuttavia quando l’artista muore, anche se in vita aveva dichiarato che l’opera era sua, quello che conta sono le credenziali e le autentiche, siamo sempre disposti a parlarne se passi in galleria o quando entri in contatto con noi.

Il problema dei falsi si può ridurre, ma non eliminare, solo scegliendo un venditore affidabile, che ha molto da rimetterci in caso di falso, e che sia un grande conoscitore dell’artista. Questo ultimo punto è importante in quanto un gallerista non esperto potrebbe aver comprato un’opera in buona fede, non essendo esperto rischierà di rivenderla ad un suo cliente, girandogli la sola, senza neppure saperlo. Ci sono modi per ridurre questo rischio, noi abbiamo scelto di specializzarci e di acquistare solo da venditori molto noti nel mercato, o meglio, direttamente dagli artisti quando sono in vita, paghiamo le opere di più in media, ma dormiamo sempre molto sereni.

E se mi derubano?

Le canzoni anni ’60 hanno rovinato le nostre mamme, facendole diventare delle intramontabili sognatrici, ed i film ed i giornalisti hanno rovinato tre generazione di potenziali collezionisti con il mito che le opere d’arte vengano trafugate. Se vi entrano in casa i ladri è più facile che vi rubino le lenzuola che i quadri, eppure questo non corrisponde all’immaginario comune.

Quando nel 2001 comprai le mie prime opere le portai nel luogo ove passavo più tempo, ovvero in ufficio, all’epoca dirigevo una azienda di produzione software. I miei colleghi, che avevano degli sbiaditi e schifosamente incorniciati poster di Kandinsky, se non addirittura il calendario del ristorante cinese della via all’angolo, mi dicevano: “va che quelli delle pulizie te li rubano!”. Invero quando ero piccolino mia mamma faceva la bidella, e in parte anche le pulizie, che lei venisse a casa con un quadro proprio non ce la vedevo veramente, ma non perché non ce la vedevo rubare, certo anche quello, ma con tutte le cose utili che mancavano in casa, proprio un inutile quadro avrebbe dovuto rubare? Ma se proprio avesse rubato qualcosa forse avrebbe preso detersivi e carta igienica! Ebbene è così, le opere non si rubano, mai. Tuttavia la paura c’è, magari hai speso 5, 10, 20 mila euro, anche solo per la paura di uno sfregio aumentano i tuoi timori. Inoltre nelle case c’è sempre il rischio incendio, allagamento ed ahimè di perdita della casa per disastri naturali, in tal caso le normali assicurazioni potrebbero non coprire questo tipo di beni.

Qui le notizie sono però ottime, dato che il rischio reale è molto basso, esistono assicurazioni che costano relativamente poco.