Cultura

A Milano c’è la libreria più antica d’Italia: è aperta dal 1775

A Milano c’è la libreria più antica d’Italia: è aperta dal 1775

Incastonata nella Galleria Vittorio Emanuele II di Milano, come un gioiello, riluce una piccola libreria specializzata in libri d’arte: custodisce un tesoro di prime edizioni che hanno fatto la storia della cultura italiana e, in qualche caso, internazionale. La Libreria Bocca vanta un altro primato: è la più antica d’Italia, aperta nel 1775. Uno spazio di cinquanta metri quadrati – molto amato dal mondo dell’arte e della moda, ma anche dai turisti – con i muri ricoperti da scaffali, colmi di volumi patinati che arrivano fino al soffitto, tra sculture, quadri e pezzi di arredamento realizzati ad hoc da artisti contemporanei. Ne racconta la storia Giorgio Lodetti, l’attuale proprietario, in un volume che vuole essere un omaggio a questo luogo speciale e ai suoi fondatori, i fratelli Bocca: “Archivio storico di una famiglia di librai milanesi” (in uscita il 23 aprile in una prima edizione di 150 copie, cui ne seguiranno altre due. Un volume di 384 pagine, con 660 immagini in bianco e nero, che verrà presentato l’11 maggio alla Biblioteca Nazionale Braidense).

La critica d’arte Cristina Muccioli descrive la Libreria Bocca come «una Wunderkammer aperta a tutti. Chi entra si sente Alice da quando, nel 1979, il locale appena rilevato si avviò a essere, da libreria generica, libreria d’arte: una scelta strategica di posizionamento che, più che essere in controtendenza, ne ha creata una. Si può cercare un’opera d’arte e andare in libreria, oppure cercare un libro e andare in una galleria d’arte. In entrambi i casi, a Milano si va alla Bocca». E l’hanno frequentata in tanti: dal fotografo Sandro Miller a Gianni Versace, Federico Zeri, Giuseppe Pontiggia, Giorgio Mondadori, Giovanni Spadolini, Gianfranco Ferré, solo per citarne alcuni.

Lodetti, con il padre Giacomo, ha ricostruito la storia della famiglia torinese di stampatori e librai dalle origini, da Giuseppe Bocca senior, nato nel 1789, fino alla fine del XIX secolo, registrando la conclusiva nascita del nipote Giuseppe Bocca junior, ultimo detentore dell’attività col cognome familiare, deceduto nel 1951. Numerosi sono i volumi stampati dai Bocca nel corso di tre secoli. Il lavoro di Lodetti si concentra sulle ultime due collane editoriali, sia per l’importanza degli autori sia per la rilevanza dei titoli e il contenuto degli argomenti, dimostrando la competenza e la lungimiranza di questa famiglia. Che a Torino vantava uno dei salotti culturali più rinomati d’Europa, frequentato da filosofi come Friedrich Nietzsche e Arthur Schopenhauer o matematici come Giuseppe Peano, di cui pubblicarono “Fondamenti della geometria”.

«Tutto è cominciato nell’ottobre 2020, dopo la telefonata di un’amica che mi segnalava la presenza di alcune casse contenenti vecchie edizioni dei fratelli Bocca all’interno di un box milanese. Nei giorni seguenti sono andato a vederle e le ho comprate», così Lodetti racconta della sua impresa, una campagna acquisti durata qualche anno. «La presenza delle edizioni Bocca all’interno della libreria ha origini decennali. Mio padre, infatti, ha sempre acquistato le piccole pubblicazioni, ma senza costanza o desiderio di completare la raccolta. Io ho deciso di iniziare una catalogazione completa online. Nello stesso periodo ho scelto di raccogliere quelle che ancora oggi considero le due collane di riferimento edite da Bocca tra il 1898 e il 1958: Biblioteca di Scienze Moderne e Piccola Biblioteca di Scienze Moderne. La scelta è stata fatta inizialmente perché in tutti i volumi, circa 680 di entrambe le collane, le copertine sono illustrate da grandi disegnatori attivi in Italia fino ai primi anni ’40 del Novecento».

L’archivio, poi, è arricchito dal primo volume di ogni serie edita e da piccole collane come Romanzi Occulti, con la prima edizione italiana completa di “Dracula”, di Bram Stoker, del 1945. La Fratelli Bocca Editori si è infatti distinta per fiuto editoriale, dando alle stampe volumi diventati classici imprescindibili: nel 1878 “L’uomo delinquente” di Cesare Lombroso, per esempio; nel 1899 il libro dello psicoanalista Sante De Sanctis, “I sogni: studi psicologici e clinici di un alienista” (che sarà citato da Sigmund Freud ne “L’interpretazione dei sogni” e anche da Théodule-Armand Ribot e Carl Gustav Jung). A seguire, la pubblicazione delle memorie di Silvio Pellico, “Le mie prigioni”, e, nel 1910, di “Così parlò Zarathustra”, quando ancora la lettura critica di Nietzsche era acerba e diffidente.

Il catalogo conta più di 36 mila titoli, ma nessuno poteva immaginare che una piccola libreria riposasse su una storia così vasta e profonda. Giacomo Lodetti ricorda la scoperta: «Quando ne prendemmo la gestione, le prime notizie che trovai sul suo passato venivano da un catalogo di vendita all’asta di libri antichi nel 1930. Trovai anche in fotocopia un testo che ne raccontava la storia dal 1885. Rinvenimmo, all’archivio della Camera di Commercio di Milano, un altro documento che registrava la vendita della libreria nel 1829 da Giuseppe Bocca a Luigi Dumolard; il Bocca l’aveva aperta nel 1800. Scoprimmo anche che avevano avuto librerie a Parigi, Firenze, Roma e Torino».

Fonte: Margherita Malvasi – L’Espresso